La storia del tartufo nero parte da lontano: stando alle ricostruzioni in merito questo prezioso fungo ipogeo era impiegato in prelibate preparazioni da Giacobbe nel 1600 avanti Cristo, nonostante si dica che nel 3000 a.C. i Babilonesi e, successivamente, i Sumeri lo avessero già inserito nella loro dieta. Oggi riscopriamo alcune testimonianze storiche sul tartufo, che ne hanno segnato il percorso portando alla nascita delle moderne tradizioni, fino all’utilizzo contemporaneo di questo alimento prodigioso, dal gusto e dall’odore inconfondibili e dalle elevate proprietà nutrizionali. 

Il tartufo: prime apparizioni

Il nome “tartufo” deriva dall’unione di due termini di origine latina, nello specifico “terrae” e “tufer”, letteralmente “escrescenza della terra”. Conosciuto e adoperato già dai popoli antichi del Mediterraneo, le prime notizie concrete giungono a noi dalla Grecia con il primo vero studioso di tartufi, il discepolo di Aristotele Teofrasto nel 300 a.C., secondo il quale il tartufo nasceva dall’incontro fra la pioggia e il tuono d’autunno. Plutarco, allo stesso modo, lo definì nel I secolo d.C. il frutto dell’unione fra l’acqua, il fuoco e il fulmine, una versione che si avvicina molto a quella dell’Imperatore romano Nerone, che lo proclamò “il cibo degli Dei”. Plinio il Vecchio, Giovenale, Galeno, Apicio… il mondo greco e quello latino ebbero in comune anche la passione per questo alimento prelibato, nonostante vada precisato che il tartufo all’epoca commerciato, specialmente nel mondo latino, non era poi della migliore qualità. Nonostante i prezzi molto elevati le specie conosciute e utilizzate, già difficili da reperire, erano abbastanza scadenti, in quanto fino a quel momento era ignorata l’esistenza delle varietà più di qualità.

Il tartufo nero pregiato in tempi moderni

Nel Medioevo il tartufo non veniva consumato perché etichettato come cibo del Male, presumibilmente velenoso – credenza fortificata dal fatto che i tartufi erano in grado di svilupparsi praticamente ovunque, compresi i terreni solcati da nidi di vipere o addirittura carcasse. Grazie al Rinascimento però il suo potere culinario venne riscoperto, finendo per essere fra i sapori più ricercati delle più famose Corti, dai Medici a Firenze fino alle corti francesi, dove si affermò e consolidò un amore per il tartufo nero pregiato che dura tutt’ora.  

La storia del tartufo nero è quindi antica e intrisa di racconti, scritti, leggende e vuoti, talvolta frutto di credenze dell’epoca e altre volte opera di studiosi e poeti: una storia curiosa e millenaria, per un prodotto dalle eccezionali qualità, che davvero può essere considerato un cibo divino.