Gennaio è il mese delle ripartenze, dei nuovi propositi e del tartufo bianchetto. Quale momento migliore per apportare delle novità alla tua cucina e introdurre questo ingrediente nei tuoi piatti?!

Diffuso in tutta Italia, il Tartufo bianchetto, noto anche come Marzuolo ( Tuber Borchii Vittadini per i più esperti), prende il nome dalla somiglianza, solo apparente, con il ben più pregiato Tartufo Bianco ed è da sempre impiegato nella cucina tradizionale grazie anche al suo aroma intenso e al prezzo contenuto.

La sua maturazione avviene tra gennaio ed aprile, permettendogli di guadagnare una posizione di rilievo in particolare verso gli ultimi mesi invernali, periodo in cui è l’unico tartufo sulla piazza e svolge un ruolo di congiunzione tra i tartufi invernali e quelli estivi.

Il tartufo bianchetto si adatta a diversi tipi di terreno: lungo i litorali, nelle zone pianeggianti, collinari e montuose entro i mille metri di altitudine rendendolo facilmente reperibile in tutta Europa ma soprattutto in Italia e nelle Marche, ad Acqualagna, patria del tartufo italiano!

Si può dunque dire che il Tartufo bianchetto ha tutte le carte in regola per diventare un vero e proprio must have sia in una cucina professionale che nella comodità di casa. Ma affinchè questa qualità di tartufo venga valorizzato al meglio è importante conoscerlo, riconoscerlo e saperlo trattare come merita.

Ecco quindi alcuni consigli per l’uso del tartufo bianchetto di Acqualagna:

1) Come riconoscere il Tartufo bianchetto di Acqualagna
Dalla forma globosa e non troppo irregolare, il tartufo bianchetto presenta delle dimensioni ridotte e piuttosto variabili (si va dalle dimensioni di una noce a quelle di un uovo di gallina, per essere più chiari).
La parte esterna è liscia, color ocra, talvolta tendente al rossiccio ma dall’interno chiaro con venature biancastre che tende a scurirsi con la maturazione. Il profumo, delicato all’inizio si intensifica con la maturazione così come il sapore, forte, piccante e molto agliaceo. Queste caratteristiche sono inoltre fondamentali per distinguere il tartufo bianchetto dal tartufo bianco, di qualità decisamente superiore. Per questo è importante tenerle bene a mente, evitando così di incappare in inganni.

2)Come pulire il tartufo bianchetto di Acqualagna
Come per tutte le qualità di tartufo, anche la pulizia del tartufo bianchetto richiede una discreta attenzione. Un’eccessiva spazzolatura, infatti, potrebbe rovinare il tartufo.
Il primo passo per pulire il tartufo bianchetto è munirsi di uno spazzolino dalle setole morbide, un panno umido, della carta assorbente e, se necessario, di un pennello per rifinire i dettagli.
Si procede spazzolando accuratamente tutta la superficie esterna del tartufo. Per rimuovere le parti più incrostate, a differenza dei tartufi neri che richiedono l’impiego di acqua, dovrebbe essere sufficiente strofinare delicatamente le zone da trattare con un panno leggermente inumidito ed asciugarlo accuratamente con della carta assorbente.
In caso di parti marce circoscritte, è possibile rimuoverle con un piccolo coltello da cucina, facendo attenzione a non entrare troppo in profondità.
Attenzione: è importante consumare il tartufo bianchetto subito dopo la sua pulitura

3)Come conservare il tartufo bianchetto di Acqualagna
A questo punto la domanda sorge spontanea: come conservare il tartufo bianchetto se non si riesce a consumarlo? Tranquilli, c’è una soluzione.Il tartufo bianchetto può essere conservato in frigo per 3-4 giorni, avendo cura di asciugarlo bene e riporlo in un barattolo sterile con della carta assorbente. È importante controllare il tartufo ogni giorno e sostituire la carta se si dovesse inumidire troppo. Bisogna però ribadire che, come tutti i tartufi, anche il bianchetto andrebbe conservato solo in caso di estrema necessità in quanto, qualsiasi processo di conservazione ne altererebbe irrimediabilmente gli aromi.

4)Come cucinare il tartufo bianchetto di Acqualagna

Dopo aver illustrato le caratteristiche del tartufo bianchetto e imparato a pulirlo e conservarlo, non ci resta che scoprire come impiegarlo al meglio in cucina. Se usato nel modo giusto, infatti, le qualità del bianchetto regaleranno ai vostri piatti sapori inconfondibili e prelibati. È importante specificare che, a livello di aroma, il tartufo bianchetto è l’esatto opposto del tartufo nero estivo decisamente più delicato. Il Tartufo bianchetto è infatti intenso, agliaceo e con quel caratteristico odore “gassoso” con cui viene spesso descritto il gusto del tartufo. È necessario quindi utilizzarlo in combinazioni che esaltino positivamente queste qualità, come ad esempio su uova, formaggi, nei risotti, in alcuni tipi di zuppe e, in generale, come ingrediente principe di primi piatti semplici. Generalmente il tartufo bianchetto viene utilizzato nello stesso modo in cui viene utilizzato tartufo bianco pregiato: inserito a scaglie sottili direttamente sopra il piatto caldo a preparazione ultimata. La sua resistenza alle alte temperature, però, rende il tartufo bianchetto un ottimo ingrediente per la preparazione di salse e altri prodotti al tartufo.

Ora che il tartufo bianchetto non ha più segreti, non ti resta che mettere in pratica i nostri consigli e iniziare a introdurre questo ingrediente nella tua cucina 

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